riflessioni sul congresso 2020 TMP
Il New Normal della plastica
Che occorra rinunciare del tutto alla plastica ormai nel mondo lo dice solo Greenpeace e non si capisce perché ami più il vetro, la carta o le lattine. Dopo il primo attacco alla sua immagine ed uso, sono passati ormai quasi cinque anni, l’industria, le associazioni ed ora anche i media, hanno reagito, ognuno per suo conto, e si stanno delineando le nuove linee guida per un ulteriore sviluppo, questa volta sostenibile, di questo settore industriale fondamentale per il benessere umano e per un uso accurato delle risorse disponibili.
Quale sarà il “new normal” si sta delineando sia da un punto di vista tecnologico che normativo e come c’era d’aspettarsi non esiste “la soluzione” ma una serie di linee guida che porteranno a soluzioni diverse per paese, tipo di materiali, struttura industriale e consumi prevalenti.
Ciò che sembra tutti abbiano capito è che il tema rifiuti post-consumo di qualsiasi tipo sia il primo da affrontare perché da esso dipendono tutte le altre soluzioni che parlano di circolarità o sostenibilità; e questo è già molto dato che all’inizio la soluzione era di eliminare” la plastica” causa di tutti i mali, dall’inquinamento degli oceani all’avvelenamento dei neonati.
L’educazione dei cittadini a non disperdere nell’ambiente i rifiuti solidi urbani ed il trattamento degli stessi da parte delle autorità competenti sarà la chiave di ogni soluzione di successo ed in questo senso le associazioni e le autorità competenti stanno effettuando le loro battaglie contro maleducazione, burocrazia ed ecomafie e speriamo tutti che le vincano in tempi brevi.
Fin dall’inizio della campagna contro le plastiche ero sicuro che il problema non era di carattere tecnico e che l’industria e la ricerca avrebbero proposto soluzioni innovative per affrontare le nuove tematiche, e così è stato.
Il new-normal che sta emergendo a livello mondiale ed anche nazionale vede prevalere le seguenti tecnologie che verranno e/o sono in parte già applicate a livello industriale:
· Il riciclo meccanico inteso come separazione sempre più spinta dei singoli componenti per tipo di polimero e di colore, al fine di riutilizzo per la produzione di manufatti plastici composti da 100% da riciclato od in mix con polimeri vergini.
· La pirolisi e/o la gasificazione di miscele varie di materie plastiche al fine di ottenere oli, residui carboniosi o singoli gas e/o liquidi, riutilizzabili nei siti petrolchimici o raffinerie, od immessi al commercio come combustibili o materie prime.
· Il riciclo chimico inteso come processo di depolimerizzazione che comporta l’ottenimento di monomeri chimici con i quali sostituire i monomeri vergini necessari alla produzione degli stessi.
Non cito altre tecnologie come l’utilizzo di solvolisi di particolari rifiuti o ricicli meccanici o chimici legati a particolari situazioni locali e mi è anche chiaro che nessuna delle principali tecnologie di riciclaggio delle materie plastiche che ho citato dominerà totalmente sul mercato; saranno
Il tipo di rifiuti di plastica e la loro disponibilità su base geografica che detterà lo specifico mix di tecnologie da adottare.
In qualsiasi regione, dove si troveranno rifiuti di plastica selezionati in modo efficiente, di qualità accettabile e potenzialmente chiari, prevarrà il riciclo meccanico e se nella regione sono presenti impianti petrolchimici o raffinerie si potrà chiudere il ciclo applicando la pirolisi o la gasificazione dei rifiuti non riciclabili altrimenti.
Se saranno possibili raccolte specifiche di filiera come per PE, PP, PS e PET le soluzioni saranno dettate dall’economia totale della stessa.
Nei paesi con elevati volumi di rifiuti oggi dispersi nei terreni ed in mare la politica dovrà imporre sistemi di smaltimento e raccolta a prevalenza di termovalorizzazione a difesa dello stesso sviluppo del paese.
New-normal sarà anche un design dei nuovi prodotti pensati per una massima sostenibilità in tutto il loro ciclo di vita ed anche la presenza di leggi ad hoc che tenderanno a limitare gli usi di consumi non necessari o di difficile smaltimento.
Il futuro dello sviluppo del consumo e della produzione della plastica va così giustamente delineandosi in armonia con un uso sostenibile delle risorse naturali senza rinunciare, ansi favorendo nel suo insieme, un loro più efficiente impiego.