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Le notizie di Economia e Finanza di Repubblica in edicola, sul web, sui social e con il podcast "Soldi"

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Le notizie di Economia e Finanza di Repubblica in edicola, sul web, sui social e con il podcast "Soldi"

Website
http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/
Industry
Book and Periodical Publishing
Company size
1,001-5,000 employees
Headquarters
Roma, Roma
Type
Privately Held
Specialties
Osserva Italia, Paese Digitale, Obiettivo Capitale, Impresa Italia, Energia D'Impresa, Impresa Digitale, Impresa HI Tech, Portafogli Coraggiosi, Cloud Economy, Microsoft, Carige, Samsung, Ibm, and Energitalia

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Updates

  • «Con Trump bisogna trattare, non reagire con arroganza». Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo di Pirelli, invita l’Europa a uscire dalla bolla dell’autoreferenzialità e sedersi al tavolo con gli Stati Uniti, da protagonista e non da spettatrice. In un mondo che corre veloce e polarizzato, le alleanze vanno ricostruite con pragmatismo, anche sul fronte commerciale e tecnologico. Perché reagire senza strumenti, avverte, può costare molto più di una trattativa difficile. L'intervista di francesco manacorda: https://lnkd.in/d2Qh6xvD

  • Questa settimana su Affari&Finanza raccontiamo il terremoto economico e geopolitico scatenato dalla nuova guerra dei dazi voluta da #Trump. Dalla svalutazione del dollaro alla reazione dell’Europa, fino agli effetti concreti sulle imprese italiane, analizziamo cause, conseguenze e possibili risposte. Rony Hamaui apre il numero con lo scontro valutario innescato dai dazi americani. La svalutazione del dollaro amplifica l’effetto delle tariffe, spingendo #Europa e #Cina a fare lo stesso. L’equilibrio globale costruito attorno alla moneta #Usa è in pericolo: si profila una nuova guerra valutaria. Luigi dell'Olio entra nel merito delle strategie d’investimento. Gli operatori puntano su #oro, #bond brevi e asset difensivi per proteggere i risparmi dalla volatilità. Penalizzati beni ciclici e #lusso, mentre si guarda alle mosse delle banche centrali con crescente nervosismo. Raffaele Ricciardi intervista Enzo Moavero Milanesi, che parla di “svolta epocale” paragonabile allo shock di Nixon del 1971. L’Europa, sostiene, deve rispondere con fermezza ma lucidità, proponendo una controffensiva razionale, puntando su nuovi accordi commerciali e su una maggiore autonomia strategica. eugenio occorsio raccoglie l’allarme di Jeffrey Sachs: “Trump distrugge il commercio mondiale su una gigantesca bugia”. Secondo l’economista, il vero problema non è il deficit estero, ma il bilancio Usa. E la guerra dei dazi finirà per impoverire tutti, a partire dagli americani. Enrico Franceschini ricostruisce il profilo dell’uomo dietro i dazi: Stephen Miran, economista 41enne, falco ultraliberista cresciuto ad #Harvard, ora alla guida del Council of Economic Advisers. È lui l’ideologo della “Tariff Nation” e del nuovo “Mar-a-Lago Accord”, sulla scia del reaganismo anni ’80. Claudio Tito racconta la linea prudente della Commissione Ue. Per ora solo controdazi su acciaio e alluminio, mentre si studiano possibili ritorsioni su energia e servizi digitali. Sullo sfondo, l’ipotesi estrema: colpire le #BigTech americane per costringere Trump al dialogo. Carlo Altomonte propone una strategia alternativa: tassare i servizi Usa, oggi quasi esenti, con un’aliquota del 12,5%. Non dazi sui beni, ma una contromisura mirata, equa e strategica. Un modo per riequilibrare i conti e riportare gli Stati Uniti al tavolo negoziale. Massimo Giannini critica la posizione italiana: #Meloni porge l’altra guancia, mentre l’Italia è tra i Paesi più colpiti. In gioco c’è un export da 73 miliardi, con settori cruciali — #automotive, #meccanica, #moda — a rischio contrazione. E le stime, a lungo termine, sono tutt’altro che rassicuranti. Massimo Ferraro chiude con l’analisi dei danni concreti per il #madeinItaly. E anche le Regioni più esposte iniziano a fare i conti con la crisi.

  • È una giornata nera per i #mercati mondiali. L’entrata in vigore dei #dazi imposti da #Trump ha scatenato una vera e propria ondata di vendite, travolgendo le principali piazze finanziarie. Hong Kong registra un #crollo del 13,22%, la peggior seduta dalla crisi finanziaria asiatica del 1997. Tokyo, chiude a -7,44%, mentre la Borsa di Seul lascia sul terreno il 5,6%. #PiazzaAffari affonda del 7%: molti titoli faticano ad aprire per eccesso di ribasso. Crollano i bancari – Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Sondrio, Banco BPM, BPER Banca, UniCredit e Intesa Sanpaolo – con perdite comprese tra il 7% e il 12%. Sotto pressione anche gli energetici, con Eni ed Enel Group entrambe a -7%, e il comparto del lusso, dove FERRAGAMO e Brunello Cucinelli segnano cali a doppia cifra. Leonardo arriva a perdere oltre il 16%. A Francoforte l’indice Dax cede oltre il 9%, Parigi -6,4%, Londra -6,5% e Madrid -4,7%. Affonda anche il #Bitcoin, che cancella i guadagni post-elettorali tornando sui livelli di fine 2024. Sul fronte politico, le opposizioni italiane attaccano il governo. “Le borse crollano, basta fare finta di niente”, ha dichiarato la segretaria del PD Elly Schlein, mentre Matteo Renzi ha parlato di “tragedia economica che colpisce imprese e famiglie”. Intanto dalla #Cina arrivano dure critiche a Washington. #Pechino definisce gli Stati Uniti “bulli e protezionisti”, accusandoli di anteporre interessi egoistici alle regole internazionali. Anche #Tokyo e #Taipei alzano la voce: il premier giapponese ha definito “estremamente spiacevole” l’imposizione dei dazi, mentre il presidente taiwanese ha escluso contromisure, ma avviato un tavolo di negoziato. Il rischio? Una nuova #recessioneglobale.

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  • Dietro lo slogan “America First”, Donald Trump rispolvera la vecchia arma dei dazi. L’obiettivo dichiarato è riportare produzione e posti di lavoro negli Stati Uniti. Ma per molti analisti – dal Wall Street Journal al Cato Institute – il vero disegno è un altro: scardinare il libero mercato per imporre un modello dirigista in cui l’impresa privata segue la linea del governo. Il paragone è pesante ma ormai ricorrente: siamo ai livelli dello Smoot-Hawley Act del 1930, che contribuì ad aggravare la Grande Depressione. Il rischio oggi è simile: nuove guerre commerciali, rincari per i consumatori e un colpo diretto all’ordine liberale su cui si fonda l’economia americana da decenni. La parola “dazi”, che Trump definisce “la più bella del vocabolario”, è diventata il simbolo di una mutazione profonda. E forse irreversibile. Questa storia è la cover di Affari&Finanza a cura del nostro corrispondente Paolo Mastrolilli: https://lnkd.in/dggham9n

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  • Fatturato a 3,35 miliardi (+9,1%), utile netto a 83 milioni e margini in aumento: Lavazza chiude il 2024 con numeri solidi, nonostante il +70% del prezzo del #caffè. Ma l’ad Antonio Baravalle avverte: il 2025 sarà “peggio del Covid”, complici l’incognita dazi Usa e le turbolenze sulle materie prime. Negli Stati Uniti, mercato strategico, il gruppo ha già metà della produzione in loco. Il piano per arrivare al 100% c’è, ma servirà accelerare. E intanto lancia #Tablì, la capsula 100% caffè senza rivestimento, pensata per il segmento single-serve. Sulla Borsa, nessuna apertura: “Siamo strutturati come una quotata, ma con la flessibilità di un’azienda non quotata”. L'approfondimento di Flavio Bini: https://lnkd.in/dQAQ6sCA

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  • Francis Fukuyama, politologo e professore alla Stanford University, non ha dubbi: “Trump ha cambiato campo. Sta con gli autocrati perché vuole esserlo lui stesso”. Teorico della “Fine della Storia”, Fukuyama avverte che l’unilateralismo americano, le guerre commerciali e l’erosione dell’Alleanza Atlantica stanno aprendo la strada a nuove instabilità globali. Mentre Russia e Cina osservano e si preparano ad approfittarne, l’Occidente rischia di ripetere gli errori degli anni Trenta. Ma c’è ancora tempo per fermare la deriva. L'approfondimento di Paolo Mastrolilli: https://lnkd.in/dNfj6B8G

  • Con i nuovi dazi voluti da Trump – 20% sulle merci Ue, 25% su auto e componenti – l’Italia rischia grosso. Nel 2024 l’export verso gli Stati Uniti ha toccato i 65 miliardi di euro: agroalimentare, meccanica, automotive, moda e farmaceutica i settori più esposti. Solo per il food si stimano perdite da 3 miliardi: vino, olio, pasta e formaggi i più colpiti. L’automotive, tra veicoli e componentistica, vale 4,7 miliardi: Ferrari alza i prezzi del 10%, Stellantis ferma impianti in Nord America. La meccanica industriale – primo comparto per valore esportato – potrebbe perdere fino a 5,8 miliardi entro il 2028. E la moda, nonostante la tenuta del lusso, prevede un calo dell’export del 2,6%. In attesa dell’esito dei negoziati Ue, le imprese italiane iniziano a fare i conti con la “lavagna” di Trump. L'approfondimento di Massimo Ferraro: https://lnkd.in/dYJmQkFE

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  • Trump torna a parlare di annessione della #Groenlandia. Ma stavolta la posta in gioco è più alta: miliardi in risorse naturali, nuovi equilibri strategici, la sfida tra #USA, #Cina e #UE sul controllo delle terre rare. A deciderne il futuro saranno però i 56mila abitanti dell’isola, che già oggi dicono no. Il nuovo Grande Gioco si gioca tra i ghiacci artici. E l’America rischia di arrivare tardi. 📥 𝑂𝑢𝑡𝑙𝑜𝑜𝑘 𝑒̀ 𝑙𝑎 𝑛𝑒𝑤𝑠𝑙𝑒𝑡𝑡𝑒𝑟 𝑠𝑒𝑡𝑡𝑖𝑚𝑎𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑡𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑛𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎 𝑙'𝑒𝑐𝑜𝑛𝑜𝑚𝑖𝑎, 𝑙𝑎 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑛𝑧𝑎, 𝑖 𝑚𝑒𝑟𝑐𝑎𝑡𝑖 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑣𝑖𝑐𝑒𝑑𝑖𝑟𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑖 La Repubblica Walter Galbiati. 𝑂𝑔𝑛𝑖 𝑚𝑒𝑟𝑐𝑜𝑙𝑒𝑑𝑖̀ 𝑝𝑎𝑟𝑙𝑒𝑟𝑒𝑚𝑜 𝑑𝑖 𝑠𝑜𝑐𝑖𝑒𝑡𝑎̀ 𝑞𝑢𝑜𝑡𝑎𝑡𝑒 𝑒 𝑛𝑜, 𝑑𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎𝑔𝑔𝑖, 𝑖𝑠𝑡𝑖𝑡𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖, 𝑑𝑖 𝑠𝑐𝑎𝑛𝑑𝑎𝑙𝑖 𝑒 𝑖𝑛𝑐ℎ𝑖𝑒𝑠𝑡𝑒 𝑙𝑒𝑔𝑎𝑡𝑒 𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜. 𝑆𝑒𝑔𝑛𝑎𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑎 w.galbiati@repubblica.it 🔗 Leggi qui l’approfondimento completo e iscriviti ad #Outlook: https://lnkd.in/degh3xpe

  • Dall’8 al 13 aprile torna il Salone del Mobile.Milano. In un momento più che mai complicato per la filiera italiana del legno-arredo, che vale oltre 50 miliardi ma su cui pende la spada di Damocle dei dazi. Maria Porro, presidente del Salone, ci racconta come le aziende stanno affrontando questa difficile congiuntura, tra incertezze e mercati (Asia e Medio Oriente) da andare a conquistare. La sfida del settore è essere competitivi anche per le tasche degli italiani, che - soffocati dagli alti costi dell’abitare - rischiano di non avere risorse per comprare l’arredamento Made in Italy "Soldi" è il podcast settimanale di Affari&Finanza, a cura di Raffaele Ricciardi e Giulia Cimpanelli, è gratuito ed esce ogni mercoledì su tutte le piattaforme di podcasting. Ascoltalo qui: https://lnkd.in/dJYKFp3C #soldipodcast

  • Tecnologia italiana, capitale tricolore, ambizioni europee: il governo Meloni punta su newcleo per riportare il nucleare nel mix energetico nazionale. L’investimento pubblico potrebbe fare da apripista, ma i tempi restano lunghi e la sfida non è solo tecnologica, ma anche politica e culturale. Riuscirà l’Italia a salire sul treno del nucleare di nuova generazione senza ripetere gli errori del passato? L'approfondimento di Diego Longhin: https://lnkd.in/dEweegTP

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