Sul metaverso
Image credit: Midjourney v 5.2

Sul metaverso

Per un po' sembrava che il metaverso sarebbe stata la grande nuova frontiera dell'innovazione e, anche qui su LinkedIn, era pieno di sedicenti esperti e aspiranti futurologi che ne decantavano le stratosferiche opportunità oltre a società che dichiaravano di fare all-in su mondi virtuali, e altro ancora.

Oggi, quasi tutti sono spariti o magari li troviamo a decantare altri superlativi futuri basati sulle IA.

Chi mi segue da tempo avrà notato che non ho mai scritto del metaverso e qualcuno di voi, informalmente, mi ha anche chiesto il perché sembrava mi fossi perso un pezzo di innovazione che, all'epoca, a sentire molti, avrebbe rivoluzionato il mondo.

In realtà credo che il metaverso - inteso come mondi 3D nei quali le persone possono "fare cose" - sia stato ucciso proprio da questa sua narrazione.

Non vi rubo tempo nel descrivere perché quella narrazione non avesse senso perché penso che, a parte pochi irriducibili, ormai la maggior parte delle persone si sia resa conto che non ne avesse alcuno.

Ma non fraintendetemi, io sono convinto che presto o tardi arriverà un metaverso, ma che sarà molto diverso da quello che è stato descritto dai soggetti di cui sopra.

Il metaverso che mi aspetto ha alla base le blockchain e avrà come value proposal principale la disintermediazione sostanzialmente di tutto.

Non so dirvi che interfaccia avrà, probabilmente ne avrà un'infinità, ma il punto sarà che gran parte di quello che noi oggi conosciamo "di fisico" avrà una controparte digitale non falsificabile.

Sarà così per gli oggetti e la loro proprietà, per la moneta, per le certificazioni e più in generale per le nostre identità (digitali e non).

Non sono un futurologo e quindi potrei sbagliarmi tanto o poco, ma sicuramente una value proposition simile a quella descritta qui sopra ha infinitamente più senso rispetto a "potrai incontrare altre persone con il tuo avatar in un mondo simulato" e, sinceramente, avrebbe anche un impatto sociale, economico e valoriale decisamente più rilevante.

Ho ragione o no? Lo scopriremo. Sicuramente se siete aggiornati sul mondo tecnologico dovreste intravedere molte tecnologie che sembrano convergere verso questo scenario: blockchain, web3 e passkey per dirne solo alcune.

E ricordatevi di diffidare da chi sembra comunicarsi troppo esperto di qualcosa urlando al miracolo imminente. Questo vale per il metaverso (vedi l'inizio di questo articolo) come per le intelligenze artificiali (i cui presunti esperti ormai già da tempo appestano questo social e tanti altri).

L'antidoto è sempre lo stesso: informarsi, studiare e farsi una propria opinione che sia fattuale e che non insegua le logiche del click baiting.

Marco Ronchi

Competencies for complexity | Design, business & innovation | CEO @ Twig | CEO @ HealthCom Consulting | Senior Advisor @ POLI.design | Professor @ Polimi | Design research @ myself

1 anno

Che dire, non cambierei una virgola: questo articolo mette in evidenza ciò che a bene vedere, pare successo già una volta. Si chiamava Second Life, è stato spinto dall'altro e si è schiantato lì, dove doveva fare successo: tra le persone comuni, che faticavano a capirne la ragione d'utilizzo (e che non avevano la tecnologia adatta per farlo funzionare bene). Oggi la storia non sembra molto diversa: basta digitare "metaverso" sui motori di ricerca, per accorgersi che uno dei primi risultati è "Metaverso: come si entra". Quindi il problema non è più la tecnologia, ma rimane la sua applicazione pratica: ma perché dovremmo usarlo (a parte per compiacere chi è stato finanziato per spingerlo)? Lo scopo è la base della diffusione di una tecnologia: non la sua conseguenza narrativa. Grazie per lo spunto, oggi mi sento un pò meno solo.

Una frase in particolare mi ha fatto riflettere. "In realtà credo che il metaverso (...) sia stato ucciso proprio da questa sua narrazione." Se sostituisci a "metaverso" il nome di tante altre tecnologie e trend del nostro settore, purtroppo la frase funziona lo stesso: troppe cose diventano vittima di una narrazione superficiale e sensazionalistica...

Grazie Simone Dall'Angelo per la riflessione sull'evoluzione del concetto di Metaverso! Condivido la visione critica sulla narrazione superficiale che si è fatta sino ad ora, che spesso limita la percezione delle vere potenzialità e sfide legate a questo argomento. Sono sicuro che gli strumenti citati, sebbene le novità in generale abbiano avuto impatti positivi e negativi in passato, inevitabilmente avranno un'applicazione nel futuro. La prospettiva di un Metaverso basato su blockchain e incentrato sulla disintermediazione è sicuramente intrigante. L'idea di una controparte digitale non falsificabile per oggetti, moneta, certificazioni e identità rappresenta una value proposition con un impatto sociale, economico e valoriale significativo, quasi distopico. Sono molto curioso di vedere come si svilupperanno queste tecnologie. In effetti, è fondamentale diffidare da narrazioni troppo ottimistiche e informarsi in modo critico, come hai giustamente sottolineato. Ad ogni modo riflessione molto interessante! Attendiamo risposte dal futuro. 🔮 #Metaverso #Blockchain #Web3

Niccolò Brocchi

Risolvo la complessità disegnando processi aziendali e strategie di marketing | Business Development @ Twig - Design for complexity | Docente @ Polimi | Excel lover💘

1 anno

Simone Dall'Angelo ti dimostri, una volta di più, una persona di cui leggere sempre quello che scrive perchè non è mai banale e ti ognuno può portarsi a casa qualche cosa da quello che scrivi. Avevo la tua stessa diffidenza sul Metaverso ma, devo ammettere, non riesco ad avere la tua stessa fiducia su blockchain e AI. Sulla blockchain perché non riesco a credere fino in fondo in un mondo decentralizzato ed equo perché finché non ci sarà equità ci saranno sempre soprusi e, quindi, bisogno di un arbitro (che di default non è decentrabile per definizione). Sull'AI perchè anche questa rischia di essere un'arma nelle mani di pochi. Un complimento ulteriore: condivido con te il consiglio di "diffidare da chi fa click baiting" ed è una delle caratteristiche più lontane possibile dal tuo profilo LinkedIn!

Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi

Altri articoli di Simone Dall'Angelo

Altre pagine consultate