Eccellenza versus perfezione

Eccellenza versus perfezione

ovvero

Fatto è meglio che perfetto (FMCP),

Perfezione

La perfezione è il grado qualitativo più elevato, tale da escludere qualsiasi difetto e spesso identificabile con l’assolutezza o la massima compiutezza.

Eccellenza

L’eccellenza è il massimo livello qualitativo raggiunto dall’uomo in ogni branca della sua attività.

L’etimologia del termine “perfezione” riporta al latino perfectio e ”perfetto” deriva da perfectus. A loro volta, queste parole provengono da perficio — “finire”, “portare a termine”. “Perfezione”, quindi, significa letteralmente “compimento” e “perfetto” — “compiuto”. Molte lingue moderne hanno adottato, per il concetto di “perfezione”, parole derivate dal latino: il francese parfait e perfection; l’inglese perfect e perfection e lo spagnolo perfecto e perfección ne sono alcuni esempi.

La genealogia del concetto di perfezione, tuttavia, non risale ai Latini, ma ai Greci. L’equivalente greco per la parola latina “perfectus” era telos, una parola che generalmente si riferiva a un oggetto concreto, come ad esempio un fisico o un flautista perfetto, una commedia perfetta o un sistema sociale perfetto. Pertanto “teleiotes” era un termine privo delle associazioni astratte e superlative della perfectio latina. Al fine di evitare questa associazione, il termine greco veniva normalmente tradotto come “completezza” più che “perfezione”.

Aristotele

Aristotele nel V libro della Metafisica definisce come perfetto (nella accezione di “teleiotes”):

• ciò che è completo — ciò che contiene tutte le parti necessarie;

• ciò che è così buono che niente di simile potrebbe essere migliore;

• ciò che ha raggiunto il suo scopo.

La perfezione, per chi crede in Dio, è notoriamente la virtù attribuita al sommo Essere, non raggiungibile dall’essere umano, e pertanto solo una tensione, in taluni casi un miraggio, e spesso fonte di frustrazione.

L’eccellenza: una condizione umana.

L’eccellenza è, invece, una condizione umana: la condizione di colui che si impegna con tenacia, con una tensione orientata alla perfezione, ma umilmente consapevole che si possa fare sempre meglio. Si tratta, dunque, di una tensione che non blocca l’evolversi dell’azione e, di conseguenza, non inibisce psicologicamente la manifestazione dell’effetto delle proprie azioni, ma, anzi, sprona il soggetto a fare sempre meglio, a dare il meglio di sé, non solo per affermare un livello eccelso nel proprio campo, ma anche per aiutare gli altri.

Perfezione e complesso narcisistico

Colui che si crede perfetto, in realtà, cela in sé un complesso narcisistico, una sindrome fondata sull’auto-esaltazione, che spesso sfocia in una condizione patologica. Egli vuole eccellere per primeggiare ad ogni costo, anche se il suo “voler primeggiare” non implica necessariamente una effettiva eccelsa qualità, ma piuttosto la volontà di abbassare la qualità degli altri, così da far risaltare soltanto la propria.

Mentre, al contrario, colui che è realmente eccellente gareggia in primis con se stesso e solo di riflesso con gli altri, desidera e si impone di conquistare ogni giorno una vetta più alta.

Eccellere significa, dunque, compiere un’ azione con una continua tensione alla perfezione, tale che i risultati (“eccellenti”) possano largamente superare quelli prodotti dal soggetto in passato, come, parimenti, da altre persone e da altre azioni.

Migliore continuamente te stesso per arrivare all’eccellenza

Il continuo miglioramento di se stessi; il perfezionamento dei processi, nella ripetizione costante di determinate azioni; la costruzione di un prodotto, come la creazione di un opera d’arte, oppure la ricerca e lo studio di nuove soluzioni; il non accontentarsi dei livelli di qualità raggiunti fino a quel momento; l’impegno attento, consapevole, senza resa, ecco tutto questo insieme di fattori produce, nel tempo, il raggiungimento del livello di eccellenza.

Un modello di riferimento

Eccellere significa, in sintesi, primeggiare, essere pioniere, diventare un modello di riferimento per altri che desiderano intraprendere un cammino, compiere azioni, perfezionare processi. Talché la costante evoluzione produce risultati sempre più precisi, mirati, di qualità ottima e costante nel tempo, per il bene non solo individuale, ma, di riflesso, per il bene delle persone che godono dei prodotti o servizi, o delle opere d’arte prodotte, ed, in ultima analisi, per il bene dell’umanità.

L’eccellenza è infine la virtù che dura nel tempo, che fa la storia e, così, impone modelli, rimanendo stabilmente un metro di riferimento per varie generazioni, almeno finché non viene superata da un’altra fonte sicura di eccellenza.

Nello sport, risulta evidente il raggiungimento di un record, che difficilmente sarà superato da altri, se non dopo anni. Questo fu un primato di immersione di Maiorca, come il primato di corsa dei 100 metri di Jesse Owens nel 1936 o Carl Lewis nel 1988, in tempi più recenti, Usain Bolt, gli scalatori delle vette più importanti come Everest, K2, ecc.

Gli esempi della storia

Nella storia si sono avuti molti esempi di uomini importanti, uomini di ingegno, di arte, dotati di potere politico, che hanno conquistato traguardi importanti, che hanno percorso cammini di auto-perfezionamento, tanto da essere collocati alle vette dell’eccellenza. Tali “esempi di perfezione” si potrebbero connotare nella categoria teleologica (da “teleitos”), di origine aristotelica. Stiamo parlando, per fare qualche nome, di Alessandro Magno, Socrate, Platone, Aristotele, Pitagora. Vi sono poi eccellenze italiane nei più svariati campi del sapere, dell’arte e della politica: personalità come Cesare, Cicerone, Dante, Leonardo da Vinci, Machiavelli, Caravaggio, Bernini.

Senza trascurare i grandi architetti romani del Colosseo e degli acquedotti romani, ancora oggi studiati da numerosi architetti e ingegneri per progettare le loro opere, che permettono di riscoprire soluzioni geniali trovate nell’antichità.

Tempo fa mi capitò di vedere appunto un documentario del canale Focus: architetti moderni che tornano periodicamente a studiare il Colosseo da diversi punti di vista, sia ingegneristico, sia logistico, in termini flussi di entrata ed uscita degli spettatori, soprattutto di evacuazione nel caso di possibili incidenti. Ebbene, con simulazioni varie e cronometro alla mano, il Colosseo risultava ancora essere migliore degli stadi ultramoderni.


Machiavelli, nelle sue opere Il Principe e Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, descrive e chiarisce al lettore la portata rivoluzionaria dell’ apprendimento della storia come modello per comprendere l’attualità e riprogettare il futuro personale e della comunità.

Il “modeling storico” non è altro che il ripercorrere la vita dei grandi Maestri, per comprendere, perfino carpire lo spirito con cui hanno realizzato l’opera d’arte della loro vita …

Il Maestro di una disciplina, sportiva, artistica o scientifica è proprio colui che ha raggiunto l’eccellenza ed è in grado di insegnarla agli altri primariamente con il suo esempio, il suo esempio di vita. Il “modeling storico”, termine coniato da Praticamente Pensando, non è altro che il ripercorrere la vita dei grandi Maestri, per comprendere, perfino carpire lo spirito con cui hanno realizzato l’opera d’arte della loro vita, assorbirne i valori etici e i modelli concettuali, ed eventualmente conoscere approfonditamente strategie e competenze da loro applicate, per permettere a numerose persone di diventare grandi, come nani che poggiano sulle spalle dei giganti.

Conclusione

La mia conclusione vuole, così, sottolineare l’importanza di studiare la storia, non come nostalgica reminiscenza dei bei tempi andati, non come dovere studentesco per l’interrogazione, non come alibi per affermare che “allora era meglio di oggi”, ma come volano della conoscenza strategica, capace di incorporare lo spirito pionieristico e le competenze del percorso di vita degli eccelsi, al fine di raggiungere – oggi! – l’eccellenza, in ogni campo di azione.

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