Iscriviti alla newsletter e leggi l’intervista completa a Giulio Armeni di #FilosofiaCoatta 🔦🧠 Link per iscriversi nel primo commento⬇️
-
-
-
-
-
+ 1
Torcha è un progetto editoriale di informazione sui social media. Il nostro obiettivo è informare i giovani sull’attualità, la politica e l’economia, con contenuti pensati e creati per essere consumati dove passano il loro tempo. Se sei un brand, scrivici a partners@torcha.it Se ti piace l’idea di lavorare con noi, verifica se ci sono posizioni aperte sul nostro sito
Link esterno per Torcha
Milano, IT
Iscriviti alla newsletter e leggi l’intervista completa a Giulio Armeni di #FilosofiaCoatta 🔦🧠 Link per iscriversi nel primo commento⬇️
Una delle prime cose che facciamo appena svegli è decidere come vestirci. In particolare, come vestirci per andare al lavoro. È un gesto quasi automatico, ma che in realtà riflette a sua volta dei cambiamenti culturali tra le varie generazioni. Secondo un sondaggio realizzato da Bva Doxa su un campione rappresentativo della popolazione tra i 18 e i 44 anni, il 35% degli intervistati vede nel proprio look una forma d'espressione identitaria. Questa percezione è maggiormente diffusa tra i GenZ (37%), che scelgono l’abbigliamento come linguaggio visivo per raccontare chi sono, rispetto ai Millennials (32%). Il 40% preferisca sempre mantenere un’immagine coerente con la propria essenza, anche in contesti specifici. La cultura del lavoro è cambiata in modo significativo nel corso degli anni e per alcune ricerche anche gli outfit sono evoluti in relazione a questi cambiamenti. Ogni generazione ha avuto un proprio approccio alle dinamiche lavorative e questo può aver influito sul modo in cui le persone si vestono. Bisogna specificare che ci sono anche dei luoghi di lavoro che impongono degli outfit ben precisi da seguire e in quel caso negoziare non è possibile. La Generazione X è cresciuta in un contesto lavorativo che enfatizzava la formalità e il rispetto delle gerarchie. Le aziende erano strutturate in modo più tradizionale e le aspettative di abbigliamento erano molto rigide. L’abbigliamento era considerato un modo per riflettere professionalità e competenza. I Millennials hanno assistito a un periodo di cambiamento radicale nel mondo del lavoro. Il passaggio da un sistema gerarchico a uno più collaborativo e flessibile ha influito molto sul loro stile di abbigliamento. Il crescente interesse per il lavoro agile e il remote working hanno reso meno importante l’aspetto formale. Gli outfit business casual sono diventati popolari, con molte aziende che hanno abbandonato il codice di abbigliamento rigido. La Generazione Z si inserisce in un contesto lavorativo ancora più liberalizzato e inclusivo, dove l'accento è posto sulla diversità e sull’autenticità. L’abbigliamento è una forma di espressione personale, e molti preferiscono indossare outfit casual che riflettano il proprio stile (dove è possibile chiaramente). #SecondoTe è cambiato il modo di pensare agli outfit in relazione alla cultura del lavoro? #società #actionfigure #lavoro #outfit #torcha
Trump non è folle. È spregiudicato, ma non folle. Dietro i suoi dazi c’è una strategia che, seppur azzardata, ha una logica economica: riportare le aziende in patria, attirare investimenti, ridurre il peso del debito americano. Peccato che nel breve periodo chi pagherà il conto saranno i consumatori. E allora la vera domanda è un’altra: quanto sono disposti a perdere, oggi, gli americani, per un’ America (forse) più forte domani? Una possibile lettura da parte di Marco Cartasegna #economia #trump #dazi #SecondoMe #torcha
Dopo l’annuncio dei dazi di Trump del “Liberation Day”, le borse hanno avuto un crollo paragonabile a quello avuto con lo scoppio della pandemia, soprattutto negli USA. Le aziende che hanno subìto le perdite maggiori in borsa sono tendenzialmente quelle che producono una buona parte dei loro prodotti all’estero, in Paesi colpiti dai dazi. È il caso di Adidas e Nike, che hanno subìto un calo rispettivamente del 10% e del 12% per via dei dazi del 46% al Vietnam, dove i due brand sportivi hanno delocalizzato gran parte della produzione. Ma non sono solo le aziende statunitensi a soffrire: nella raccolta qui sopra trovate anche brand europei e asiatici, alcuni dei quali hanno delocalizzato la produzione in altri Paesi (spesso del sud-est asiatico). Di fronte al crollo delle borse, Trump ha rassicurato i mercati, dicendo di “fidarsi di lui”. L’intenzione del presidente USA sarebbe soprattutto quella di proteggere l’industria statunitense, anche per stimolare un ritorno della manifattura dentro i confini nazionali, scoraggiando la delocalizzazione. I Paesi UE invece voteranno il 9 aprile per introdurre dei contro-dazi, che potrebbero entrare in vigore il 15 aprile. Una seconda tranche di dazi potrebbe poi essere approvata per il 15 maggio. L’UE sta anche valutando di intensificare i rapporti commerciali in Asia centrale, soprattutto con Kazakistan e Uzbekistan, ma non sono da escludere eventuali colloqui commerciali con la Cina Al momento non ci resta che vedere come andranno i mercati e, se volete, provare a indovinare di che azienda si tratta a seconda del suo andamento in borsa. Pubblicheremo le risposte corrette nei prossimi giorni! #geopolitica #economia #dazi #trump #torcha
Il mercato italiano del lavoro è un cantiere immenso e caotico. E viene spesso raccontato male. Noi giovani siamo spesso dipinti come pigri, senza ambizioni. C'è bisogno di una nuova narrazione che metta noi al centro. Per questo nasce In Corso: la newsletter settimanale di Torcha per raccontare cosa cambia (e come) nel mondo del lavoro. Clicca qua sotto per iscriverti e leggere la prima puntata! Usciamo ogni giovedì in mattinata. 💡 🧠 NB: per questa prima puntata abbiamo intervistato Sabrina Grazini, consulente del lavoro e content creator. Ci ha dato una dritta sul personal branding, ma non solo.
Tra i nuovi arrivati nel panorama dell'intelligenza artificiale c'è Meta AI, un assistente virtuale che dialoga con gli utenti tramite messaggi, risponde a domande pratiche, aiuta nella creazione di contenuti e semplifica molte attività quotidiane. Si integra nelle piattaforme più popolari come WhatsApp, Facebook e Instagram. Scegliere il modello giusto diventa sempre più complesso con l’aumento degli strumenti disponibili. Meta AI offre assistenza testuale senza necessità di installare app, ma la versione Web non è disponibile in Italia. Il chatbot non genera foto e video, non accede alla fotocamera e la ricerca approfondita è limitata. ChatGPT è tra le soluzioni più versatili. Supporta attività quotidiane come la conversazione vocale, la sua capacità di elaborazione matematica e finanziaria è avanzata, mentre la ricerca di mercato e tecnica supera quella di Grok, Perplexity e Gemini. Tuttavia, ha alcuni limiti nella scrittura e nella programmazione rispetto ai chatbot concorrenti. Claude è efficace nella revisione di testi e nella generazione di bozze. È molto usato nella programmazione, ma manca di funzionalità multimodali, risultando meno adatto per immagini e video. Gemini eccelle nell’elaborazione di documenti e nella generazione di video, la creazione di immagini è di alta qualità. Tuttavia, risposte brevi e impersonali ne limitano l’uso creativo. Grok è la migliore opzione gratuita, con strumenti di ricerca avanzata, generazione di immagini e codifica. L’accesso ai contenuti di X lo rende utile per informazioni aggiornate, ma il suo stile ironico lo penalizza nell’editing. Perplexity è efficace per ricerche rapide e pianificazione viaggi, ma per analisi approfondite viene superato da ChatGPT e Grok. Ora se avete dubbi su quale chatbot sia meglio per le vostre esigenze, potete salvarvi la tabella! #attualità #ai #chatgpt #metaai #torcha
L’Istat ha pubblicato gli indicatori demografici riferiti al 2024 e non c’è niente di nuovo al di qua delle Alpi, soprattutto sul fronte della natalità Nel 2024 l’Italia ha toccato il numero più basso di figli medi per donna nella storia della Repubblica: 1,18 figli. Il precedente record negativo era stato registrato nel 1995, con 1,19 figli per donna, e da allora il trend è risalito fino al 2008 e poi ha ripreso a calare I motivi sono diversi, ma l’ISTAT ne riporta alcuni interessanti: ad esempio, le famiglie formate da una sola persona sono circa un terzo, mentre 20 anni fa erano una su quattro. Le coppie con figli invece sono diminuite molto: se nel 2002 erano il 42,2%, nel 2024 sono il 29,2% Oltre al fatto che ci siano, semplificando, “meno coppie”, contribuisce alla diminuzione della natalità anche l’età media in cui una donna diventa madre. Una cifra che si sta gradualmente alzando e che porta a una riduzione dell’arco di tempo in cui è “più facile” avere figli Ovviamente, su questo pesa molto il precariato lavorativo, gli stipendi bassi, la difficoltà a comprare casa, l’impossibilità a far coesistere gli impegni da genitore con la carriera, l’impossibilità a sostenere una figlia con solo uno stipendio, nel caso in cui la madre debba rimanere a casa, e la difficoltà a permettersi un babysitter: tutti fattori che contribuiscono a posporre la scelta di fare un figlio, o di farne un secondo, e spesso ad abbandonarla per mancanza di mezzi A ridurre il numero di cittadini, poi, contribuiscono gli espatri, che sono aumentati del 36% rispetto al 2023. Le immigrazioni aiutano a tamponare il calo demografico, anche perché le donne straniere, dati alla mano, fanno in media più figli delle donne italiane #SecondoTe ci sono altri motivi per cui si fanno sempre meno figli? #società #natalità #giovani #figli #torcha
Contenuto realizzato in collaborazione con GIVA Group L’acciaio è uno dei materiali più riciclabili al mondo. A differenza di altri materiali, può essere riutilizzato infinite volte senza perdere le sue proprietà originarie, mantenendo intatta qualità e resistenza. Questo lo rende non solo una risorsa preziosa, ma una soluzione concreta per ridurre l’impatto ambientale della produzione industriale. Ogni giorno, tonnellate di acciaio vengono recuperate e trasformate in nuovi prodotti. Non diventa mai uno scarto, ma una risorsa che riduce drasticamente la necessità di estrarre nuove materie prime e consente un notevole risparmio energetico. Grazie alle sue straordinarie proprietà, è uno dei materiali più versatili e diffusi, presente in ogni ambito della nostra vita, dalle grandi infrastrutture agli elettrodomestici. Ma l’acciaio non è solo un alleato dell’ambiente e dell’economia: ha anche un'importanza sociale enorme. È il cuore delle infrastrutture pubbliche, dei trasporti e delle costruzioni, garantendo sicurezza e sviluppo per milioni di persone. Senza acciaio, non avremmo ospedali, scuole, ponti, ferrovie o reti energetiche efficienti. Il settore siderurgico fornisce inoltre lavoro a milioni di persone in tutto il mondo, contribuendo alla crescita economica e allo sviluppo di comunità locali. In particolare, il riciclo dell’acciaio genera occupazione nella raccolta, nella lavorazione e nel riutilizzo dei materiali, promuovendo un modello di sviluppo più equo e sostenibile. La produzione di acciaio ha un impatto ambientale significativo, ma il gruppo GIVA, leader mondiale nel settore siderurgico, rappresenta uno dei pochi esempi di filiera integrata verticalmente. In questo contesto, ogni minimo scarto produttivo, come trucioli e limature, viene riutilizzato in un ciclo continuo, conferendo loro nuova vita, e il 70% dell'acciaio utilizzato proviene dal riciclo. L’acciaio rappresenta un alleato fondamentale per la transizione ecologica: lo troviamo nelle turbine eoliche, nei pannelli solari, ma anche nel campo dell’energia nucleare, inclusa la fusione, dove le sue particolari proprietà sono cruciali per le future tecnologie.
Tra i Paesi del G20 l’Italia ha subìto il più alto calo dei salari reali L’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha pubblicato il suo rapporto mondiale sui salari. L’Italia ha registrato uno dei risultati peggiori per quanto riguarda la variazione dei salari reali rispetto al 2008, anno della crisi finanziaria. Il report si concentra anche sulle disuguaglianze retributive di genere, dove invece si segnala un risultato positivo dell’Italia rispetto agli altri Paesi UE. In Italia il divario salariale di genere ponderato è del 9,3%, mentre la media UE è del 14,3%. È più bassa della media UE, invece, la percentuale che indica la differenza di retribuzione tra lavoratori migranti e lavoratori del Paese di riferimento. In Italia i lavoratori migranti percepiscono in media un salario inferiore del 26,3% rispetto agli Italiani; la media UE è di circa il 16%
Il ministero dell’Istruzione ha fatto sapere di aver creato una commissione per aggiornare il codice di comportamento dei dipendenti pubblici in modo che contenga una parte specifica dedicata al personale scolastico e al loro comportamento sui social network. Il codice già esistente del 2023 disciplina in maniera specifica le «esternazioni»: ad esempio i dipendenti pubblici come i prof “devono evitare dichiarazioni, immagini o commenti che possano danneggiare il prestigio o l'immagine dell'amministrazione” (in questo caso la scuola). E si precisa che le amministrazioni possano istituire una “social media policy”, stabilendo così cosa si può e non si può pubblicare senza compromettere la reputazione dell'amministrazione. Adesso invece il Ministero dell’Istruzione non vuole più regole generiche, ma che il regolamento aggiornato si adatti alle caratteristiche del lavoro degli insegnanti, con norme specifiche per i loro social, sulla comunicazione con gli studenti e i genitori. Già nel 2022 l’Associazione nazionale presidi tentò di preparare un documento che voleva limitare l’utilizzo dei social, evitare chat con studenti e genitori, mantenere profili personali chiusi e decorosi, eliminare foto o commenti discutibili. Ma quel vademecum è rimasto base di discussione e non è mai stato formalizzato. #SecondoTe è utile un regolamento specifico per i docenti?