Le ultime informazioni emerse da una chat su Signal tra i vertici dell’amministrazione Trump sollevano interrogativi sulla vera natura della relazione transatlantica: è ancora solida o si sta trasformando in una competizione? Nel suo ultimo post, il prof. Alessandro Pozzi, membro del nostro Centro Studi, commenta le tensioni crescenti tra USA ed Europa. #Geopolitica #Europa #USA #Ucraina #Sicurezza #Transatlantico
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RIVELAZIONI PRICOLOSE *Europa e Stati Uniti: alleati o rivali? Le rivelazioni che fanno riflettere* Per molti osservatori europei, le ultime notizie emerse dalla chat su Signal tra i vertici dell'amministrazione Trump, durante gli attacchi in Yemen, non sono una sorpresa: confermano un sospetto diffuso. *In buona parte dell’amministrazione USA c’è una tendenza antieuropea* che vede il Vecchio Continente più come un peso che come un partner. Un'ottica miope, che riduce l’Europa a una caricatura di scrocconi e ignora l’interdipendenza economica da *9,5 trilioni di dollari* tra Stati Uniti e UE. Peggio ancora, considera le alleanze storiche come giochi a somma zero, o addirittura come accordi di protezione. Ma oggi la relazione transatlantica sembra sempre più *competitiva*, anche sulla questione Ucraina. *L’amministrazione Trump sta chiedendo il "diritto di prima offerta" sugli investimenti in tutti i progetti infrastrutturali e di risorse naturali dell’Ucraina*, secondo una bozza di accordo ottenuta da Bloomberg. Un chiaro segnale che, per Washington, Kiev è non solo un tema di sicurezza, ma anche un asset strategico su cui esercitare influenza economica. *E l’Europa?* Non può permettersi di stare a guardare. 🔹 *Strategia del porcospino* – La priorità è la sicurezza dell’Ucraina e, di riflesso, dell’Europa. La visione di Macron e Londra è chiara: Kiev deve mantenere un esercito forte, moderno e ben equipaggiato. Con *900.000 soldati, di cui 400.000 con esperienza diretta di combattimento*, l’Ucraina è oggi la più grande potenza militare del continente. L’obiettivo? Un modello difensivo ispirato a Israele, con forze tecnologicamente avanzate, altamente addestrate e pronte a dissuadere qualsiasi nuova aggressione. Ma per contare davvero sulla scena globale, *l’Europa deve fare di più*. 1️⃣ *Costruire ponti con chi, negli USA, crede ancora nel valore dell’alleanza* – Esistono forze a Washington che comprendono l’importanza della libertà di navigazione e del commercio transatlantico. È su queste basi che bisogna rafforzare la cooperazione. 2️⃣ *Dimostrare indipendenza strategica* – Senza capacità di difesa autonome e un peso economico forte nell’Ucraina postbellica, l’Europa rischia di restare spettatrice. Il momento di investire seriamente nella sicurezza e nell’economia è *ora*. 3️⃣ *Ribaltare la narrativa del “free-rider”* – Quando la Casa Bianca criticherà le scelte europee sugli investimenti in difesa (e lo farà), bisognerà ricordarle che *un’Europa forte è nell’interesse di tutti, compresi gli USA*. Le tensioni transatlantiche non sono una novità. Ma la domanda oggi è un’altra: l’Europa ha la volontà e la velocità per diventare un vero attore globale? Voi cosa ne pensate? Per approfondimenti sempre aggiornati sui temi in cui geopolitica, economia e tecnologia si intersecano, puoi visitare www.alessandropozzi.it